Sospesi tra Routine e Libertà: il significato filosofico delle vacanze
Le vacanze ci permettono di rompere le catene della routine quotidiana, aprendo le porte alla libertà e alle riflessioni rimandate per un anno. Oppure?
“Ogni qualvolta si trovava in viaggio da un luogo all'altro, era in grado di valutare la propria vita con un po' più di obiettività del solito. Spesso, proprio durante un viaggio i suoi pensieri divenivano particolarmente lucidi, e prendeva decisioni cui non poteva arrivare quand'era fermo in un luogo”.
Paul Bowles, Il tè nel deserto, Feltrinelli
Oggi è il 31 luglio. Ai tempi della scuola questo avrebbe significato essere già in vacanza da almeno un mese. Da piccola l’estate era la stagione che mi piaceva di più, significava libertà. E lo significa ancora oggi.
Questo concetto mi è talmente tanto caro che ne ho fatto la cifra del mio lavoro, non solo delle mie vacanze.
A quale libertà alludo?
Innanzitutto, all’epoca e anche oggi estate era la libertà di giornate più lunghe, più dense di emozioni e di eventi. Vacanza era stare con persone, possibilmente nuove così da colmare il recipiente mai pago della mia curiosità verso il mondo.
Da piccola questo avveniva regolarmente: era un tripudio di incontri tra parenti, amici, vita all’aria aperta, mare. Ho di me il ricordo di una bambina intrepida che organizzava giochi collettivi, configurava compiti estivi per cugini stretti (progettisti in erba…), adoravo i libri delle vacanze che puntualmente si rivelavano piatti e noiosi. Leggevo il Corriere dei Piccoli e qualche fumetto del Giornalino, non tutti.
[Ho scoperto da poco, tra l'altro, che Il corriere dei Piccoli si chiamava così perché era l’inserto del Corriere della sera.]
Libertà di non sentire il fluire del tempo. Di salire su un albero di albicocche o di fichi, di osservare le galline nell’orto, di continuare a chiacchierare con gli amici scorrazzando con le bici senza freni.
I bambini hanno poco la percezione dello scorrere delle ore. E io non facevo difetto su questo: l’estate e la vacanza erano proprio il tempo in cui potevo dedicarmi a ciò che mi veniva in testa senza ragionare troppo in merito a convenienza o possibilità. Non è forse questo il concetto di creatività?
Catullo, poeta latino parlava di otium a tal proposito in opposizione a negotium. L’ozio non inteso all’italiana maniera come padre dei vizi, ma come assenza di esercizio lavorativo, quasi quasi anzi legato alla noia, zia di ogni invenzione.
In quei momenti di otium estivo, ho potuto sperimentare diverse situazioni che da grande hanno continuato a contraddistinguere la mia personalità.
Con mia nonna andavamo nelle campagne a sentire profumi e raccogliere erbe e spezie spontanee, in bicicletta, all’alba o al tramonto, quando la temperatura non eccessiva lo permetteva. Oggi l’odore della lavanda e del fico in un qualunque campo mi commuovono e mi danno l’ebbrezza di libertà. Vacanza per me è esperienza sensoriale nella natura.
D’estate potevo immergermi nelle relazioni perché avendo una famiglia molto estesa e sparsa per l’Italia e l’Europa, quello era momento di raduni, di chiacchierate intorno a tavolate immense, di buon cibo e di tantissima allegria.
L’estate è la libertà di stare senza fare niente, chiacchierando senza guardare l’orologio. Nel mio lavoro questa esperienza mi ha fornito la forma mentis per tenermi alla larga dal pregiudizio e restare aperta a ciò che l’altro mi dice. I bias cognitivi vanno giù estendendo i campi del sapere: più ne so, meno rischio di giudicare.
L’estate era ed è ancora oggi il mare. L’orizzonte blu. Per la prima volta in vita mia vivo in una città di mare e quindi è estate tutto l’anno. Andare lontano dal mare rappresenta sempre una parentesi.
Solo una volta sono stata un’estate lontana dal mare: estate del mio progetto Erasmus in Germania. Il mare mi mancava molto, ma c’era talmente tanto da sperimentare e scoprire che per quell’anno me la sono fatta andare bene così. Rimane la cosa più formativa che ho fatto in tutta la mia vita: lì ho imparato il valore dell’accoglienza, dell’integrazione, del sapersela cavare da soli. Quell’estate ho mangiato falafel con ragazzi arabi di religione musulmana, ho fumato con loro in cerchio il narghile, ho ragionato di filosofia con persone iraniane, ho fatto feste con gli spagnoli (of course!), ho imparato quella lingua meravigliosa che è il tedesco e ho visto come noi italiani sappiamo essere così attaccati alle lasagne della nostra mamma. Bello, certo. Ma lì c’erano rifugiati politici di appena 18 anni che dalla loro mamma molto probabilmente non sarebbero mai più tornati.
Questa estate ha rappresentato la mia iniziazione all’età adulta. E quelle persone di tutto il mondo radunate in pochi chilometri ancora oggi dopo 25 anni non se ne vanno dalla mia testa. Insieme a tutto ciò che hanno condiviso con me.
Le vacanze sono ciò che sono state. Ognuno di noi ne ha un concetto diverso. Per me non è vacanza se non partecipo a cene intrise di caldo e risate con persone che non si prendono troppo sul serio, se non ci sono profumi e se non cammino nel silenzio della natura; non è vacanza se non ho la possibilità di buttare l’orologio e stare con i miei libri tutto il tempo che voglio, andare in biblioteche e librerie. Non è vacanza se non ho conosciuto gente nuova che mi ha raccontato cose.
Non c’è vacanza senza esplorazione.
Perciò non so se nei prossimi tre lunedì manderò questa newsletter perché mi va di fare un po’ come mi pare, perfetta sintesi del mio concetto di vacanza e di estate. Del resto se scriverò anche in agosto, come già questa volta, cercherò di andare nelle mie passioni più personali e prometto che non parleremo di marketing, di strategie di comunicazione, né tantomeno di produttività, ok? 😂
Ora ti lascio un po’ di spunti su ciò che mi interessa molto e come coltivo le mie passioni attraverso il web.
Gruppi Facebook
Rai Cultura - Letteratura
Il gruppo di Rai Cultura dedicato alla Letteratura. Ci trovo sempre degli ottimi spunti di lettura e amo il tono pacato delle conversazioni. Ma soprattutto non c’è nessuno che dà del cretino a un altro perché non ha ancora letto o non gli piace un determinato libro. Leggere è un piacere, non un dovere.
https://www.facebook.com/groups/885548951649528/
Ragazze in gamba
A dispetto del nome è un gruppo aperto a tutti i generi. Per me che amo camminare, tutte queste donne che fanno i cammini anche da sole sono di grande ispirazione. Dacci un’occhiata: è un progetto bellissimo!
https://www.facebook.com/groups/633417243778530
Insetti e altri artropodi - Un fantastico mondo da scoprire
https://www.facebook.com/groups/96614526499
Grazie a questo gruppo ho imparato a gestire la mia repulsione verso queste specie. Ora non dico che permetterei a una vespa di camminarmi su una mano, ma di sicuro non mi verrebbe più in mente di ucciderne neppure una. Sugli scarafaggi ci sto lavorando…
Andare in faccia alla paura può essere utile con i giusti strumenti 🙃
Libri per l’amaca o per l’ombrellone
Romanzi
Uno tra tutti, segnati questo titolo da 12 milioni di copie vendute, dove la natura è madre e non matrigna:
La ragazza dela palude, di Delia Owens, SolferinoRicorda che ad agosto in genere va in sconto tutto il catalogo Sellerio; perciò, ti suggerisco un titolo del maestro Camilleri che però non ha per protagonista Montalbano ma… una sirena. Un piccolo capolavoro onirico!
Maruzza Musumeci, Andrea Camilleri, SellerioSe vuoi leggere qualcosa di realistico riguardo la famiglia, ma che abbia un che di esilarante (che non guasta mai quando si parla di famiglia), dove la protagonista raccontando patemi di una certa gravità non si prende comunque sul serio, leggi Niente di Vero di Veronica Raimo. Se però ti dà fastidio che i guai familiari vengano dissacrati allora non leggerlo. Io mi sono divertita molto.
Niente di vero, Veronica Raimo, Einaudi
Saggi
Per chi va al mare con la ventiquattrore o mimetizza tomi illustri nella borsa di paglia o chi una volta arrivato a destinazione vorrà estraniarsi e elevarsi soltanto sfoderando il libro, ecco qui una serie di titoli fatti ad hoc per queste esigenze.
Il gioco interiore nel tennis - Come usare la mente per raggiungere l’eccellenza, di W. Timothy Gallwey, Ultra
Per avere un’idea riporto quanto illustrato nella quarta di copertina.
“Una rosa è una rosa dal momento in cui è un bocciolo a quello in cui appassisce e muore. Da quel primo momento fino alla fine contiene il suo intero potenziale. Apparentemente sembra seguire un processo di costante cambiamento, invece in ogni condizione, in ogni istante, è perfettamente se stessa. Per un tennista, come per chiunque, il primo passo nella giusta direzione è vedere e sentire ciò che sta facendo, cioè aumentare la consapevolezza di ciò che realmente è.”
È un testo del 1974 quando ancora la psicologia dello sport era un connubio inusitato.
I doni dell’imperfezione - Abbandona chi credi di dover essere e abbraccia chi sei davvero, di Brenè Brown, Ultra
Di Brenè Brown ho già parlato precedentemente; i suoi argomenti di ricerca sono spesso presenti in quello che scrivo. L’esordio di questo libro:
“Vivere in modo incondizionato non è una scelta che si compie in un determinato momento. E’ un processo. Il viaggio di una vita.”
Goditi l’otium, goditi la tua persona!
Grazie di aver letto fino a qui e a presto!
Mariangela Lecci
👩 Chi sono e cosa posso fare per te
Mi chiamo Mariangela Lecci e faccio il consulente di comunicazione e marketing, sono docente e coach. Il mio quartier generale è a Cattolica, in Emilia-Romagna, vicino al mare.
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