L'importanza di agire per se stessi
Ciò che fai, fallo per te e non per impressionare gli altri
Ben ritrovati tutti!
Agosto è finito e inizia il mese più interessante e più complesso dell’anno: settembre.
Tempo di ripresa, di progettazione, di relazione.
Non so voi, ma io quest’anno faccio un po’ fatica a rimettermi al lavoro perché il caldo mi ha lasciato senza forze e diventa sempre più estremo. In più le notizie di cronaca di questo periodo sono amare. Le ragazze di Palermo e di Caivano, il musicista di Napoli, l’orsa Amarena… Tocca a ciascuno di noi rimboccarsi le maniche e agire nel proprio piccolo per fare la differenza.
L’istruzione può fare molto: è la mia convinzione personale.
Un saluto speciale ai nuovi iscritti a questa newsletter che in agosto sono stati molti. Grazie!
Ora iniziamo!
“Ciò che fai, fallo per te e non per impressionare gli altri.”
Era una frase che ogni tanto mi ripeteva mia mamma quando da liceale vivevo i traumi (perché di traumi si trattava) dell’adolescenza. Avevo compagni di classe bravissimi e professori molto esigenti, studiavo pianoforte, facevo piscina agonistica e iniziavano i primi amori. Troppe trappole da performance in agguato dappertutto.
Ogni tanto mi capitava di non voler andare a scuola e mia madre me lo concedeva: così per qualche ora mi sottraevo a quello stress infernale e potevo leggere, studiare sui miei libri (non c’era ancora internet), stare per conto mio in quel mitico otium.
Ancora oggi quando il momento lavorativo si fa serrato come quel periodo della mia vita tra i 16 e i 18 anni (il triennio del liceo), riascolto quelle parole dentro di me e ripeto l’antico mantra per ritrovare l’equilibrio:
“Fallo per te, non per dimostrare qualcosa a qualcuno.”
L'esperienza dell'ansia sociale, analizzata precedentemente in un’altra newsletter, può ostacolare la capacità di interagire in modo efficace con gli altri, portando a concentrarsi eccessivamente su se stessi.
Ad esempio, quando mi trovo in un contesto come un'aula con l'unico intento di fare una buona impressione su un individuo o un gruppo, spesso vengo messa a dura prova.
Perché avviene questo? Perché invece di concentrarmi sulle persone con cui sto interagendo, mi ritrovo a rivolgere l'attenzione su di me e sulle mie performance, generando una sorta di autoreferenzialità che interferisce con il mio obiettivo professionale.
Perché accade questo? 🤔
Perché il valore che diamo al giudizio degli altri in certe situazioni è spropositato e determina un continuo ricalibrarci in funzione delle reazioni dell’altro. È folle fare così! Anche perché gli allievi, come i figli, sono giudici severissimi.
Tuttavia, ho notato che quando invece porto avanti tematiche che entusiasmano me per prima, i miei temi cari, persino quelli di natura complessa, l'effetto è notevolmente diverso. In queste situazioni, il mio coinvolgimento emotivo nell'interazione non è più centrale e riesco a presentare gli argomenti in modo più accattivante.
Questo, a sua volta, genera un maggiore coinvolgimento da parte dei partecipanti, poiché riescono a percepire la mia autenticità e passione per l'argomento.
In aula chi insegna ha il compito di facilitare e poi scomparire, a favore degli argomenti trattati e delle personalità dei discenti.
Fare le cose per se stessi significa sentirsi utili a se stessi e di conseguenza agli altri. Ma per essere utili bisogna diventare utili.
Siamo così preoccupati di essere giudicati dal perdere di vista quanto invece abbiamo da offrire. E allora mettiamo dei filtri per renderci più attraenti, più appetibili, dimenticando che sono proprio le morsicature, le smagliature, le rughe che documentano la nostra esperienza.
Senza scadere nella virtù puritana: al momento opportuno un po’ di acido ialuronico alle intemperie visibili sugli zigomi lo darò anch’io, per la miseria. Ma andrò comunque fiera delle macchie sulla pelle che ho maturato perché significa che sono uscita di casa e ho intrapreso il viaggio più volte.
Io e il sole ci siamo baciati.
Il valore personale non è determinato da ciò che faccio, ma da ciò che sono. Questo concetto è tanto elementare quanto spesso dimenticato.
Non è quello che diciamo o che facciamo, ma il nostro modo di dirlo e di farlo.
Non è il riuscirci, ma il provarci, il continuare a migliorarci.
Riuscirci è bello certamente, ma è la ricerca del miglioramento che ci rende ispiratori. Il non accontentarsi, l’essere il Copernico della nostra professione, della nostra materia, nel nostro piccolo.
Siamo esperti di una determinata materia quando abbiamo sperimentato il problema oggetto di quella materia più e più volte, ne conosciamo le sfaccettature, le variabili, le criticità. E ce ne siamo appassionati.
Quel giorno che spiegai l’editing ai camerieri
Voglio condividere un'esperienza personale che evidenzia l'importanza di questo concetto.
Durante una sessione di docenza sulla comunicazione, ho scelto di illustrare i principi dell'editing e della formattazione del testo a un gruppo di studenti del settore della ristorazione. Alcuni potrebbero erroneamente ritenere che queste nozioni siano irrilevanti per chi lavora in un ristorante, dove sembrerebbe che competenze come l'allineamento del testo siano superflue rispetto a prendere comande o servire ai tavoli. Tuttavia, se avessi ceduto a questa convinzione superficiale, avrei commesso un errore di valutazione.
La comunicazione digitale è un aspetto sempre più cruciale in molte professioni nel contesto attuale: oggi i clienti non ordinano più al telefono, semmai tramite social media. Se non ci credi, chiedi a un under 25 se usa mai lo smartphone per telefonare.
Nel contesto di un’attività ricettiva, le competenze digitali sono fondamentali, solo per fare qualche esempio, per creare e gestire un menu online, comunicare con i clienti tramite e-mail, gestire il servizio di delivery, rispondere alle recensioni online.
La Comunità Europea ha persino prescritto la formazione obbligatoria sulle competenze digitali, riconoscendo l'importanza di questa conoscenza.
Questa resistenza a insegnare comunicazione digitale e marketing ai giovani che entrano nel mondo del lavoro in Italia non ci giova. Ignorare queste competenze può limitare l'efficacia delle operazioni commerciali e la competitività sul mercato. Per rimanere al passo con i tempi e soddisfare le aspettative dei clienti, è fondamentale investire nell'istruzione digitale e promuovere una formazione continua. In questo modo, potremo colmare il divario e mantenere un'istruzione all'altezza delle sfide.
Tornando a quel giorno e alla mia classe, iniziai a parlare di trattamento del testo come se i ragazzi avessero dovuto diventare i web writer del Newyork Times!
Sono talmente tanto innamorata di questa materia che evidentemente quando inizio ne potrei parlare per giorni.
Dalla teoria passammo alla pratica e diedi loro una traccia prima da scrivere e poi da sistemare a livello di impaginazione, fornendo degli spunti operativi.
I camerieri e i bartender si armarono di curiosità e si assicurarono di avere sedie comode prima di accedere al documento condiviso nel cloud. Lavorarono con zelo, soprattutto coloro che non avevano esperienza pregressa. Ed erano molti.
Sebbene alcune persone sembrassero leggermente perplesse, in realtà questa reazione era alimentata dalla paura di non riuscire a soddisfare le aspettative. Tuttavia, tutti dimostrarono un atteggiamento propositivo e collaborativo.
Un ragazzo mi disse:
“Non scrivo dalle scuole! Ma mi interessa molto, voglio imparare.”
Ecco che l’Hallelujah di Haendel era partito nella mia testa.
Hai presente? Quello dove tutti cantano impazziti.
Niente?
Vabbè, ti metto qui il video dell’esecuzione della fantastica orchestra di Andrè Rieu, un tipo che prende la musica classica e fa ballare interi stadi. Guardate in questo video quanto si divertono i vecchietti del coro in chiesa.
[Giacché ci sono faccio le corna all’accademia musicale quella seriosa, quella dei barbuti, musoni e conservatori, quella che non ride mai, che pretende il bacio dell’anello e che non crede che la musica classica sia per tutti. Siccome qui è casa mia, lo posso dire. Tiè, tiè! 🤘]
Mi ricompongo un attimo. 🙃
Una volta conclusa la docenza, ero dell’idea che insegnare la revisione del testo era la mia missione, ero invasata, adrenalinica! 🥳
Il risultato era stato talmente entusiasmante che io per prima feci i complimenti ai ragazzi per lo sforzo che avevano fatto.
Mi avevano fatto sentire la dea in cattedra dell’editing del testo, la banda del paese era sotto le nostre finestre intonando mazurche, gruppi di marmotte ci lanciavano fiori!
Quello che avevo fatto in realtà non era insegnare la cosa giusta al momento giusto, ma ispirare facendo vedere una mia passione. Avevo completamente distolto lo sguardo da me e dal mio ombelico e mostrato un punto nello spazio che ognuno di loro a mio parere poteva raggiungere.
Non è forse questo insegnare? Non è questo il metodo maieutico di Socrate?
Aggiungo che poter entrare in una materia che normalmente non faceva ancora parte del loro lavoro li aveva fatti sentire importanti, aveva dato loro una percezione delle loro potenzialità, li aveva liberati da preconcetti.
Acquisire conoscenze pratiche è un processo che può apportare notevoli benefici sia dal punto di vista individuale che organizzativo. Fornire gli strumenti per acquisire un sapere pratico significa aprire le porte all'interesse, alla partecipazione attiva e alla capacità di risolvere problemi concreti.
Lo sa bene Ikea che continua a far assemblare e montare mobili ai suoi clienti…
Fidati del tuo istinto, fai le cose perché piacciono a te e il mondo ti verrà dietro. Quella nicchia di mondo a cui puoi essere utile, of course. Gli altri, ciccia.
Ti congedo così, o tu eroe che sei arrivato fino qui a leggere.
Fai un buon inizio settembre e che il foliage di quest’autunno sia memorabile.
Ci vediamo in classe!
Mariangela Lecci
Post-scriptum - Se esiste un aldilà, io vorrò stare un sacco di tempo con i componenti dell’orchestra di Andrè Rieu a ballare questa canzone!
👩 Chi sono e cosa posso fare per te
Mi chiamo Mariangela Lecci e faccio il consulente di comunicazione e marketing, sono docente e coach. Il mio quartier generale è a Cattolica, in Emilia-Romagna, vicino al mare.
Il mio impegno è dedicato a sostenere le piccole aziende e i liberi professionisti nei loro percorsi di crescita, sia a livello professionale che personale.
Questa newsletter è un mio strumento operativo con cui resto in comunicazione con la mia community offrendo ispirazioni, senza disdegnare aggiornamenti e operatività.
La scrivo ogni lunedì. Se vuoi che un particolare tema venga trattato, fammelo sapere scrivendomi a info@mariangelalecci.it
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