Social, social delle mie brame
Vendere o non vendere? Questo è il dilemma. 3 modi di gestire i social in modo lungimirante
I social ci circondano, ci servono, e a volte un poco ci assillano.
Li usiamo per svago, ma la maggior parte delle persone iscritte a questa newsletter li utilizza soprattutto per la propria attività professionale.
Con le aziende con cui lavoro intervengo in maggior misura per risolvere questo aspetto: gestire la strategia sui social. E, sebbene questo sia l’aspetto più complesso, anche la parte operativa non scherza; perché se è vero che delineare una strategia richiede una visione e la capacità di analizzare il contesto, l’operatività richiede tempo, tanto tempo.
Nella mia carriera mi sono occupata di entrambi aspetti. Gestire i social è un lavoro impervio, richiede tanta preparazione e ogni tanto ci si perde perchè tra le varie mansioni, c’è anche gestire le reaction, i commenti, i facinorosi.
Oggi voglio tracciare delle linee guida che aiutino a capirci qualcosa dal di dentro, da vicino, rispondendo implicitamente alle domande che ricevo più frequentemente.
Primo requisito: metterci la faccia
Togliamoci subito dalla testa di essere presenti sui social senza “metterci la faccia”. Far vedere i tuoi prodotti o i tuoi servizi e non raccontare niente dell’umanità della tua azienda ti ributta direttamente nel 1980 (o forse 1970?).
Perciò se sei ancora “sulla torre d’avorio”, scendi! L’avorio, nel frattempo, è pure diventato illegale.
Scendi e parla con il tuo pubblico.
Ho seguito una campagna di social media marketing per un anno dove l’imprenditore non si è mai esposto, nonostante i miei ripetuti inviti a farlo. Nonostante la cura maniacale di ogni aspetto, l’analisi della concorrenza, la scrittura pubblicitaria, le foto realizzate con gusto, i numeri non si spostavano, né quelli dei follower, né quelli dei fatturati.
Immagina la frustrazione di tutti.
Quell’esperienza mi ha fatto toccare con mano quanto questo aspetto sia importante: essere presenti sui social implica mostrare la tua personalità. Nel tuo modo e secondo le tue corde, naturalmente.
Su Tiktok in particolare questo aspetto è cruciale e determina una crescita è vertiginosa.
Secondo requisito: non vendere sui social
Ti vedo che stai alzando gli occhi al cielo, eh?
Anche se le tendenze stanno andando fortemente in quella direzione (Tiktok su tutti intende integrare la sua piattaforma e-commerce), indurre la vendita è ancora un meccanismo complesso e per niente immediato.
Se vuoi che dopo il tuo video si vada direttamente al tuo conto in banca, stai già facendo un errore di valutazione madornale (a meno che tu non sia la Ferragni).
Intendiamoci: ciascuno di noi vorrebbe che dopo la pubblicazione di un video o di un’infografica, che normalmente costa parecchia fatica, avvenisse il miracolo economico ossia una telefonata con richiesta di preventivo o di vendita diretta.
Ma se hai nella testa questo pensiero fisso rimarrai molto deluso.
“Ma come??? ho speso una fortuna in sponsorizzate!”
Sui social bisogno togliersi dalla testa la vendita come obiettivo immediato nel breve termine. I social sono un sottoinsieme del content marketing e il content marketing ha bisogno di perseveranza, seduti a lavorare nel proprio studiolo, creando contenuti che aiutino l’utente nel suo bisogno. Ogni giorno.
È faticoso? Ma certamente!
Chi fa i numeri interessanti noti per caso che parla mai di prodotto tout court? Semmai ci sono gli influencer che parlano di prodotti, ma di aziende terze.
Se vuoi vendere, smetti di vendere ossessivamente e inizia a erogare contenuti di valore.
Riguarda i tuoi post, i tuoi video, le tue foto: hai parlato di informazioni che hanno dato contributi di valore alle persone o hai tentato di piazzare un prodotto?
La seconda che ho detto?
Ecco spiegato perché fai tanta fatica a far salire i numeri della tua community ed ecco perché le persone ti fanno storie sul prezzo o, peggio ancora, non scrivono buone recensioni sul tuo brand.
Ricomincia: siediti e scrivi contenuti di valore per le persone che vuoi che comprino da te. E se pensi che questo non sia applicabile alla tua attività, sento già la risposta delle mie allieve che stanno facendo il corso di social media marketing con me. Loro hanno già capito che:
“Le persone non comprano prodotti e servizi, ma relazioni, storie e magia.”
Seth Godin
Terzo requisito: prova i formati di contenuto!
Sui social vale tutto, perciò bisogna provare. Anche perché le tendenze cambiano continuamente e la parola d’ordine è rimanere aggiornati.
Se una cosa ha funzionato oggi, non è detto che funzioni anche domani.
E se un modo pensi che non vada bene per la tua azienda, quello magari è proprio ciò che funziona.
Sperimentare è ciò che funziona. Sperimentare tutti tipi di contenuti. Post, foto, video, infografiche, podcast.
Prova con un video in cui parli sì dei tuoi prodotti, ma spiegando perché per te hanno valore.
Se vendi viaggi, inizia a raccontare cosa significa quel posto per te, perché mi ci vuoi portare.
Se vendi un corso, illustra non i vantaggi dell’acquisizione di quel sapere, ma quanto ti emoziona quell’innovazione che vuoi trasferire come know-how (lato docente), quanto le tue aule generino connessioni umane (lato scuola di formazione).
Immagina l’impatto anziché di un post statico “dattiloscritto”, di te che racconti in video. Fai quest’esperimento.
Non convincerò mai nessuno a lavorare con me perché è utile: le persone vogliono fare esperienze. E l’esperienza si costruisce sulle fondamenta delle emozioni.
Last, but not least - Ricordati di WhatsApp
Ricorda i fondamentali: soprattutto se il tuo brand sei tu e hai tanti contatti, prima di spendere una fortuna in pubblicità, sistema i tuoi contatti, dai una logica alla suddivisione in gruppi e usa Whatsapp.
In un caso aziendale ho fatto fare realmente così e i risultati sono stati eclatanti.
Il punto più in ombra è sempre sotto la lampada: lo strumento più semplice può generare profitto.
Meta ha introdotto su WhatsApp e IG i canali come su Telegram. Al giorno in cui scrivo sono ancora disponibili per tutti gli account, ma a breve a macchia di leopardo lo saranno.
Mi sono iscritta a tanti canali per vederli all’opera: i tre quarti spammano. Notifiche su notifiche di messaggi inutili e fastidiosi.
La tentazione è fortissima, ma spammare non giova.
Tratteniamoci.
Se i contenuti che produci non generano percezione di valore sul tuo brand, sulla tua azienda, se non stai aiutando a risolvere un problema, stai spammando. E se quell’utente / lead / cliente ti blocca, tu non hai perso solo un contatto, ma hai sguinzagliato una persona che parlerà male della tua azienda.
Siamo certi che ci convenga?
Buona settimana, in particolare a te che vuoi innovare.
👩 Chi sono e cosa posso fare per te
Mi chiamo Mariangela Lecci e faccio il consulente di comunicazione e marketing, sono docente e coach. Il mio quartier generale è a Cattolica, in Emilia-Romagna, vicino al mare.
Il mio impegno è dedicato a sostenere le piccole aziende e i liberi professionisti nei loro percorsi di crescita, sia a livello professionale che personale.
Questa newsletter è un mio strumento operativo con cui resto in comunicazione con la mia community offrendo ispirazioni, senza disdegnare aggiornamenti e operatività.
La scrivo ogni lunedì. Se vuoi che un particolare tema venga trattato, fammelo sapere scrivendomi a info@mariangelalecci.it
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