Le grandi cose non derivano da una comfort zone
Se fai della comodità il tuo obiettivo principale, potresti perdere le sfide che danno significato alla vita.
Quando ci arriva il cuore in gola per le palpitazioni perché dobbiamo fare una cosa difficile, quello è il momento in cui stiamo uscendo dalla nostra zona di comfort, ed è lì che stiamo rafforzando noi stessi.
Quando è stata l’ultima volta che hai vissuto una sensazione così?
Ciao!
Sono Mariangela Lecci e questa è la newsletter in cui ogni settimana scrivo delle considerazioni di crescita personale, produttività, strategie di comunicazione e marketing.
Cosa è successo questa settimana?
Questa settimana è stata intensa dal punto di vista lavorativo, ma non mi riferisco alla mole di cose portate avanti quanto alle novità che hanno scandito la mia routine.
Sto preparando una notevole attività di docenza e consulenza in vista dei prossimi mesi.
Il Content marketing continua ad essere materia hot nelle mie ricerche e un nuovo esperimento che ormai va avanti da 5 mesi ha riportato esiti stupefacenti. Con qualcuna delle mie aziende clienti sto già applicando quanto scoperto.
Ho iniziato un nuovo percorso di docenza, sto facendo un corso di storytelling rivolto esclusivamente alle donne per aumentare le competenze digitali. L’aula è molto stimolante: ci sono donne over 40 e un paio di giovanissime, donne cui necessita cambiare lavoro o che vogliono acquisire competenze digitali. Donne che si mettono in gioco.
Comfort-zone e fiducia in se stessi: un’alchimia possibile?
Ed è per questo che mi ronza in testa la considerazione iniziale: le grandi cose richiedono di uscire dalla zona sicura e gestire se stessi in nuove sfide, che spesso ci fanno paura, ci allarmano, ci tolgono il sonno. La pressione sociale, le aspettative degli altri, il mostro orribile che ci parla dal di dentro e a tradimento ci scoraggia, ci mette paura.
A volte ci boicottiamo, siamo il nostro peggior nemico. Non lo facciamo apposta, semplicemente non ci investiamo di fiducia.
Ho scritto un post su questo argomento. Se può interessarti lo trovi qui:
Come avere fiducia in se stessi – Psicologia e strategia
Il cambiamento richiede coraggio, ma più del cambiamento credo sia la paura di fallire che ci mette spalle al muro in quello che ci sembra un vicolo cieco.
Io non ho la soluzione che vada bene in ogni situazione, ma se e quando mi ritrovo in quel vicolo, metodologicamente faccio una serie di cose.
Mi ancoro a ciò che in passato ha funzionato e provo ad applicarlo alla situazione esistente. Faccio memoria dei miei passati successi: ripercorro mentalmente l’itinerario che mi ha portato fin lì e il mio mindset interiore. Mi rafforza già molto.
Faccio sport ancora più del solito. Un’ora di corsa con la musica preferita nelle orecchie fa una differenza enorme sull’umore. Prendere a racchettate una palla in campo contro un avversario mi permette di ribadire a me stessa e al mondo la forza che sento nella spina dorsale. Dondolare sull’ellittica a velocità mi fa sentire quanta armonia è possibile avere interiormente e nello spazio.
Chiamo le persone che mi stimano e mi faccio coccolare/supportare nella difficoltà che sto vivendo. A volte la paura fa brutti scherzi: può farti credere che gli altri non abbiano voglia di sentire le tue beghe e i tuoi sfoghi. Non è vero: gli altri si sentono vicini a noi quando noi chiediamo aiuto.
Se è una faccenda lavorativa, chiedo a chi è più in gamba di me dei consigli che poi applico al mio caso. Mi avvalgo di specialisti. Non c’è niente di meglio che avere chiara la procedura corretta da un punto di vista operativo per non sbagliare. L’umore del momento, infatti, è fuorviante e il buon senso non lo è affatto perché potrebbe essere intriso di bias cognitivi (pregiudizi) insospettabili.
È così, Mariangela, che ti passano le tachicardie?
No, è così che provo a ossigenare il corpo: la pace tornerà soltanto a situazione conclusa, appianata. Come diceva il saggio:
La libertà è sempre libertà da qualcosa.
È chimica: l’allerta serve al corpo per sopravvivere. Stare di guardia è connaturato a noi, ha permesso alla specie di arrivare fino a qui ed evolvere.
Uso quello stato ansiogeno per essere più produttiva: converto cioè la tensione negativa in azioni concrete che mi impegnino l’attenzione su un fronte positivo. Blocco i pensieri ossessivi, li scaccio. A volte ci riesco, a volte no. Ma intanto lavoro, penso a ciò che mi interessa e mi fa sentire viva.
Le cose grandi si realizzano uscendo dalla comfort zone.
Così sono nate tante occasioni di crescita e di realizzazione professionale.
Cosa ho scritto questa settimana
Due post di approfondimento sullo storytelling a supporto del corso che sto portando avanti da due settimane. Eccoli qui:
Storytelling online: principi della narrazione sul web
Digital Storytelling – Come scrivere in modo efficace per il web
Cosa ho scoperto questa settimana
Un tool pazzesco che mi permette di lavorare da remoto in sessioni a coppia con qualcuno che ama la produttività quanto me. No, di più di me!
Sono tornata indietro di 20 anni quando con i miei compagni universitari nello studentato portavamo avanti sessioni di studio intervallate da caffè. Palpitazione, ma positiva questa volta!
Il tool si chiama FocusMate. Se lavori molto da solo e ne soffri, lo troverai interessante.
Mi manca chatGPT, quello originale
Una mia cliente mi ha chiesto se non ho paura di perdere il lavoro per colpa di Chatgtp. Dopo una mezz’oretta che le spiegavo le potenzialità, i suoi occhi hanno iniziato a brillare: aveva fatto un due più due per la sua routine lavorativa e aveva già trovato gli elementi di miglioramento.
Visto? Le ho detto.
Il lavoro lo perde chi ha paura del nuovo. I coraggiosi costruiscono, gli impavidi galoppano, gli esploratori pensano che l’innovazione ci possa migliorare la vita.
La mia produttività con Chat Gpt ha visto un incremento da non credere, altro che perdere lavoro!
Mi manca Chat Gpt, sì! Ora che il Garante italiano e Open Ai sono in stand-by per trovare un accordo, posso usare lo stesso il chat bot per mezzo di Bing, ad esempio, o di Opera, che ha connaturata una VPN. Ma tutti questi crash, questi browser aperti, questa dispersione di energia… due monitor non bastano più.
Ridatemi Open AI!
Cosa sto leggendo?
Un romanzo - L’inverno dei Leoni di Stefania Auci – Parte seconda de “I leoni di Sicilia” che parla della Sicilia operosa e visionaria dell’Ottocento. Bellissimi entrambi!
Un saggio – Mussolini Il capobanda di Aldo Cazzullo – Devono farlo leggere nelle scuole, già alle scuole medie. Una prosa asciutta per raccontare le cattiverie, le barbarie di quei drammatici anni della nostra storia. Eh no, il predappiese in questione non fece cose buone, nemmeno una.
È tutto. Torno alle mie slide, alle mie ricerche, ai miei blog.
Fai buone giornate di relax! Davanti ne abbiamo un po’.
Un saluto affettuoso,
la Mari
👩 Chi sono e cosa posso fare per te
Mi chiamo Mariangela Lecci e faccio il consulente di comunicazione e marketing, sono docente e coach. Il mio quartier generale è a Cattolica, in Emilia-Romagna, vicino al mare.
Il mio impegno è dedicato a sostenere le piccole aziende e i liberi professionisti nei loro percorsi di crescita, sia a livello professionale che personale.
Questa newsletter è un mio strumento operativo con cui resto in comunicazione con la mia community offrendo ispirazioni, senza disdegnare aggiornamenti e operatività.
La scrivo ogni lunedì. Se vuoi che un particolare tema venga trattato, fammelo sapere scrivendomi a info@mariangelalecci.it
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